Buongiorno a tutti i nostri “venticinque lettori” (citazione manzoniana tratta dai Promessi Sposi, e comunque venticinque è una stima ampiamente ottimistica).
Oltre a ricordarvi che, in quanto venerdì santo, oggi non potete concedervi i vostri soliti vizi, soprattutto culinari (vi vedo, sporcaccioni), voglio parlarvi appunto della Santa Pasqua.
Scherzo. Scommetto che solo negli ultimi giorni siete stati invitati a non mangiare agnellini almeno 50 volte. Vostro figlio vi ha portato il lavoretto di pasqua da scuola, un fantastico pulcino fatto coi pom-pom, tutto giallo e tenerino. Sbavate ogni volta che vedete passare in tv la pubblicità del Gold Bunny della Lindt, al pensiero della sua scioglievolezza pasquale.
Insomma tutto, a parte il tempo atmosferico (qui a San Donato Milanese il cielo è coperto), grida insistentemente PASQUAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Vorrei invece tediarvi con altri argomenti.
Lavorare a SM e anche con i vari editori che si occupano di pubblicazioni scolastiche e per bambini/ragazzi mi ha permesso di guardare da un altro punto di vista un certo aspetto della mia vita: la mamma insegnante.
No, non intendo la mamma che vi insegna a non farvi esplodere in faccia la pentola a pressione in cui fate il brodo di carne per il risotto.
Intendo proprio una mamma che di professione fa la maestra di scuola primaria.
- Che vi sfrutta per disegnare cartelloni da appendere in classe perché avete fatto l’artistico.
- Che vi chiede pareri sul lavoretto di Halloween che ha pensato di far fare ai bimbi.
- Che si fa accompagnare da voi a comprare i regalini per la comunione dei suoi alunni; rigorosamente equo-solidali (quando una insegna, è attenta al dettaglio etico).
- Che porta a casa i souvenir dei suoi alunni che sono stati in vacanza a Pietra Ligure, Gabicce Mare, Saline Joniche, Muro Leccese.
Prendiamo, ad esempio, i regali degli alunni di fine anno per le maestre.
Ho visto oggetti di ogni foggia e materiale, molti dei quali tutt’oggi esibiti trionfalmente in salotto, arrivare a casa mia.
Tutti pensieri graditissimi. La maestra è una delle poche professioni in cui spesso si ricevono segni di gratitudine come questi semplicemente per aver svolto il proprio lavoro (un’altra è il medico di base, ricordo cesti natalizi pieni di ogni prelibatezza grandi come pecore scozzesi nello studio del mio!).
Certo, il fatto che mia mamma abbia una naturale predisposizione per i bambini (avendo di fatto cresciuto tutti i figli delle sue sorelle, essendo lei la più piccola) la aiuta a svolgere meglio il proprio lavoro, il che aiuta l’assemblea dei genitori a decidere per il “sì dai, facciamo il regalo alle insegnanti anche quest’anno!”. *
Uno dei regali più diffusi è senza dubbio la cornice per foto. In 30 anni di insegnamento ne ha ricevute svariate, e le conserva tutte.
Quelle che hanno avuto maggior successo avevano un comune denominatore (altro omaggio a mia mamma che insegna matematica!): la foto di classe inserita.
Sembra un dettaglio, ma la foto di classe ha un impatto emozionale tale che fa schizzare il valore affettivo di una cornice per foto alle stelle. Sono i dettagli che contano. Steve Jobs vi dice niente? Era un maniaco dei dettagli. Ed è diventato il personaggio simbolo dell’epoca moderna.
- Perché è arrivato al cuore della gente.
- State pensando di regalare una cornice con foto all’insegnante di vostro figlio?
- Smettete di pensare e continuate a leggere.
- Una cornice può far piacere. Una cornice con foto fa emozionare.
Un Attaccastorie® fa commuovere fino alle lacrime! **
Servono le foto delle insegnanti e di tutti gli alunni. Oltretutto la visita didattica alla fattoria è un’esperienza trasversale che prima o poi tutte le classi fanno. Quindi potenzialmente sfogliando il nostro Attaccastorie®, richiamiamo anche dei ricordi. ALTRO FATTORE EMOZIONALE (Steve Jobs sarebbe orgoglioso di noi – ed ecco un altro punto a nostro favore, direi).
Siccome i dettagli ci piacciono tanto tanto, consigliamo un ultimo colpo di teatro indimenticabile per il nostro (vostro!) l’Attaccastorie®. La dedica. LA DEDICA.
Una cosa personale, per dire grazie, per dire è stato bello, per dire ciao, con tutte le faccine dei bimbi che ti guardano, magari anche con le loro firme.
Fiumi di lacrime.
Questo quadrimestre, fai piangere la tua maestra: regala un ATTACCASTORIE®.
* = la “naturale predisposizione per i bambini” è una cosa che hanno moltissime insegnanti di scuola primaria (non tutte, non è una cosa così scontata come si potrebbe pensare), non solo mia mamma. Ho fatto, in questa sede, l’elogio della mia mamma. Sì lo so sono una mammona, nonostante passiamo la nostra giornata a discutere e a lamentarci l’una dell’altra. CIAO MAMMA (prima o poi le darò il link di questo post, così legge!)
** = è successo più e più volte negli anni precedenti.
Bene, torniamo alla Pasqua.
Guardate il nostro augurio qui sotto, abbiamo un futuro già segnato come conigliette di Playboy.
Io sono in procinto di partire per il Trentino, viste le previsioni metereologiche apocalittiche devo trovarmi dei modi per occupare il tempo. Pensavo a:
• spadellare, infornare, impastare, pasticciare, non in quest’ordine;
• leggere i libri che da 4 mesi devo riportare in biblioteca;
• provare qualche tutorial di trucco e di capelli;
• darmi al riciclo creativo, se va male darmi all’ippica;
• fare esercizio fisico, visto che sono lontana dalla palestra, magari mi porto cavigliere, pesi e i dvd di Jill Cooper. Mmm sì sì.
Auguri.
Marilisa